Fumetto in bianco e nero o fumetto a colori

Se preferisci ascoltare il testo invece di leggerlo clicca qui 

 

Molti dei lettori di questo blog hanno ormai capito che la mia non è la voce di una giornalista autorevole, ma di una curiosa osservatrice, di una che mette insieme un po’ di esperienze personali e testimonianze altrui per tirar fuori qualcosa di pratico, di immediatamente fruibile. Magari qualche consiglio, che non guasta mai ricevere. Riflessioni che fanno bene a tutti e che, in caso di errata valutazione da parte mia, non mi dispiace di rimodulare con il contributo di altri.

Parlando di esperienze personali, quando ho cominciato a pubblicare fumetti io, la questione del fumetto se in b/n o a colori non si era posta. Il mio editore riteneva che il colore attirasse più l’attenzione del lettore e che “il fumetto a colori è più bello”.

In un certo senso era all’avanguardia per quei tempi, visto che la maggior parte dei fumetti mainstream, fatta eccezione per i fumetti destinati per un pubblico più giovane, erano e sono ancora in bianco e nero.

Il passaggio al colore per le grosse case editrici è un fatto ancora recente, ma non così frequente come ci si aspetterebbe. Ha ancora quel sapore di premio, di regalo fatto ai lettori affezionati.

Ma quel singolo numero, celebrativo per qualche ragione, pur permettendo una vendita maggiore, non riesce ancora a rompere gli schemi di sempre. Del resto “il bianco e nero” fa parte della tradizionale del fumetto italiano da decenni, tanto che alcune case editrici che pubblicano materiale estero, per renderlo più nei canoni italiani, riducono la pagina e levano il colore, con un risultato discutibile, ma per me sempre degno di stima, se non c’è altro modo per importare certi fumetti in Italia.

Eppure nascono serie pensate a colori che si spacciano per grandi novità e alcune lo sono per davvero e non certo per il solo uso del colore! Se non lo avete ancora fatto, vi suggerisco di recuperare la serie Mercurio Loi (appena conclusa, ahimé!) che di schemi ne rompe parecchi e di cui ne abbiamo ancora un gran bisogno.

Detto ciò, perché parlo di fumetti in bianco e nero o a colori in questo post? Perché in casa editrice dopo aver discusso accuratamente per mesi su cosa scegliere tra i due  per un mio nuovo progetto (cercate #DoyleComics sui social media) e aver pensato e scritto in bianco e nero per quasi 50 tavole, un ripensamento improvviso dall’alto ha rimesso tutte le carte in tavola.

Una cosa non da poco, potreste dire, basta metterci il colore, no? No, non è esattamente così. Il colore è una delle espressioni del fumetto. Non è solo un elemento in più. Si può naturalmente scegliere di “mettere il colore”, decidere come, quale tecnica e che risultato finale si vuole avere, per un chiaro gusto estetico o per attirare più facilmente l’attenzione del lettore, ma non è tutto qui. Col colore si può dire qualcosa che non si è detto prima, che non si poteva dire. Si vuole porre l’accento su qualcosa, si può tirare fuori un particolare che altrimenti non sarebbe mai venuto fuori. E’, come sempre, un’occasione da non perdere, per utilizzare al meglio il media fumetto.

Non è solo che 60 anni fa usare il colore era dispendioso e ora che la tecnologia permette di farlo… “mettiamocelo va’!”

Del resto la scelta di usare il b/n può non essere solo dettata dal fatto che in Italia si fa così e funziona meglio così, magari per i costi più contenuti e quindi un prezzo accettabile di copertina. Può dipendere sicuramente dal genere letterario (horror, noir, ecc) oppure dallo stile che si vuole adottare come disegno, dove magari la potenzialità immense della china verrebbero meno, oppure oscurerebbero il lavoro minuzioso fatto dal disegnatore.

Insomma, la scelta del b/n o del colore va sicuramente ponderata in base a tanti (oppure pochi ma essenziali) elementi da tener conto.

Personalmente sapere di scrivere una sceneggiatura per fumetto in b/n e non a colori, porta a fare alcune riflessioni iniziali e soprattutto a pensare alcune scene, alcune vignette  mentre si scrive, in una certa maniera, valorizzando qualcosa che nell’altro caso non avrei valorizzato, utilizzando trovate e tecniche in maniera diversa. E siamo solo alla scrittura, figuriamoci ripensare tutto un prodotto per intero con la sola introduzione del colore.

Cosa accadrà per il momento non so sinceramente dirvelo, quello che posso consigliarvi invece di sapere da subito se il progetto che state scrivendo in questo momento sarà a colori o meno e perché.  Potrebbe essere un punto di forza aver studiato quale funzione deve avere il colore nel vostro fumetto. E se pensate invece che tutto sommato possa adattarsi ad entrambe le situazioni, scrivetelo da qualche parte.

In bocca al lupo!

Una risposta a "Fumetto in bianco e nero o fumetto a colori"

  1. Interessante come sempre!A me piace molto di piu, stranamente forse,il fumetto in bianco e nero,credo che gli effetti della china siano imbattibili!

    "Mi piace"

Lascia un commento